• Maternità, famiglia, conciliazione vita-lavoro

    Congedo parentale: si può interrompere per necessità familiari

    Non è un abuso da punire con la sanzione disciplinare massima ovvero il licenziamento, l'allontanamento del genitore dal figlio durante un periodo di congedo parentale per finalità di solidarietà familiare. Lo ha stabilito la Cassazione nell'ordinanza 6993 2025. 

    Ecco in dettaglio la vicenda  e la decisioni della Suprema corte.

    Allontanamento durante il congedo parentale: la vicenda

    Il caso riguarda il licenziamento di B.B., accusato di abuso del congedo parentale per un periodo di 10 giorni (dal 2/4/2019 al 13/4/2019).   Ritenendo il comportamento in contrasto con la finalità del congedo, l’azienda aveva deciso di interrompere il rapporto di lavoro.

    B.B. aveva però impugnato il licenziamento, portando la questione in tribunale. 

    Nell'analisi del caso la Corte d’Appello di Trento ha ritenuto che non ci fosse stato un vero abuso del congedo parentale. È emerso infatti che:

    Nel periodo contestato, B.B. si era effettivamente preso cura del figlio, ma poi aveva dovuto recarsi in Marocco per assistere la madre malata. Il bambino era rimasto in Italia, ma sotto la custodia della madre, quindi non era stato lasciato solo.

    Non c’erano prove che il lavoratore avesse approfittato del congedo per svolgere un altro lavoro o dedicarsi ad attività incompatibili con la finalità assistenziale.

    Secondo la Corte, si trattava di una situazione eccezionale e urgente, che rientrava comunque nell’ambito dei doveri di solidarietà familiare, previsti anche dalla costituzione Italiana. Dunque, non si poteva parlare di abuso del diritto al congedo parentale, né si poteva sostenere che il lavoratore avesse violato la buona fede o il rapporto di fiducia con il datore di lavoro. E' stato dichiarato quindi illegittimo  il licenziamento,  ordinando  alla società di reintegrarlo nel posto di lavoro e di risarcire il danno, pari a  12 mensilità di stipendio. 

    Inoltre, la Corte d'Appello aveva ritenuto illegittimi alcuni provvedimenti disciplinari precedenti subiti dal lavoratore, condannando il datore di lavoro a restituire somme trattenute in busta paga.

    Congedo parentale: il ricorso in Cassazione

    Non accettando questa decisione, la società  ha fatto ricorso in Cassazione, sollevando ben sei motivi di impugnazione, tra cui:

    • La motivazione della Corte d’Appello sarebbe stata contraddittoria e non avrebbe rispettato i principi costituzionali.
    • La decisione sarebbe in contrasto con l’articolo 32 del D.Lgs. 151/2001 sul congedo parentale.
    • La Corte avrebbe sottovalutato la gravità della violazione del rapporto fiduciario tra lavoratore e datore di lavoro.
    • Non avrebbe considerato che il congedo parentale era stato richiesto per assistere il figlio, non la madre.
    • La Corte avrebbe erroneamente ritenuto provata l’urgenza del viaggio in Marocco.
    • Il comportamento del lavoratore avrebbe comunque avuto rilevanza disciplinare.

    La decisione della Cassazione

    La Corte di Cassazione, esaminando il caso, ha deciso di rigettare il ricorso, confermando la sentenza della Corte d’Appello. Ha ribadito alcuni principi chiave:

    Non c’è stato un abuso del congedo parentale, perché B.B. non ha sfruttato il periodo per finalità diverse da quelle assistenziali.

    L’assenza del lavoratore non ha minato il rapporto di fiducia con il datore di lavoro.

    La Corte d’Appello ha effettuato una valutazione completa della situazione, tenendo conto non solo della quantità di tempo trascorso lontano dal figlio, ma anche delle circostanze eccezionali (ossia l’assistenza alla madre malata).

    Il concetto di abuso del permesso implica un intento fraudolento, che in questo caso non è stato dimostrato.

    Infine, la Cassazione ha sottolineato che la disciplina sui congedi parentali deve essere interpretata in modo elastico e ragionevole, bilanciando le esigenze familiari con quelle lavorative. Non esiste , afferma la Corte, un automatismo secondo cui ogni mancata assistenza diretta al minore costituisce un abuso.

    Congedo familiare: le motivazioni della Corte:

    Nello specifico la Corte di cassazione afferma che l'assenza è stata dovuta "all'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà familiare rilevanti sul piano costituzionale sicché, sotto il profilo sostanziale, non può essere ritenuto contrario allo spirito della disciplina legale se il congedo familiare in discorso

    sia stato fruito in una situazione di fatto, particolare ed urgente, allo scopo di assicurare, per un periodo contenuto ed in via di eccezione, il contemperamento tutti i diversi valori compresenti nella concreta vicenda; fermo restando che l'obiettivo principale dell'assistenza al minore sia stato sempre e comunque oggettivamente assicurato pure in ambito familiare."

    Inoltre ", contrariamente a quanto affermato in ricorso, non esiste alcun automatismo tra la mancata prestazione dell'assistenza al minore e la figura dell'abuso essendo pure necessario valutare, oltre alla sua oggettiva durata, anche la motivazione per cui essa non sia avvenuta"

  • Maternità, famiglia, conciliazione vita-lavoro

    Assegno unico 2025 regole e tabelle aggiornate

    Con  la circolare 33 2025 INPS comunica le nuove istruzioni e gli importi dell’Assegno unico e universale per i figli a carico (AUU) spettanti per l’annualità 2025 aggiornati sulla base del comunicato ISTAT con variazione definitiva  dell'indice dei prezzi pari allo 0,8%. Gli incrementi  risultano minimi

    In allegato INPS fornisce le tabelle complete  degli importi dell'assegno e delle maggiorazioni per le diversa fasce di ISEE familiare 

    Qui le tabelle  complete  2024

    L'istituto ricorda che in considerazione della data in cui è stato pubblicato il comunicato ISTAT di cui sopra, il pagamento dell’AUU per il mese di gennaio e febbraio  2025 è stato effettuato sulla base dei valori del 2024 mentre a partire dal mese di marzo 2025 l’AUU viene pagato  con i valori aggiornati 

    Con la mensilità di marzo  verrà inoltre erogato l'eventuale  conguaglio dell’importo dell’AUU già pagato..

    Assegno unico universale: le regole generali

    L'assegno unico universale  destinato a TUTTE le famiglie con  figli, in sostituzione delle attuali forme di sostegno economico (assegni familiari detrazioni, bonus  ecc.)  è stato istituito dal d. lgs. n.  230-2021. 

    In particolare spetta:

    • per ogni figlio minorenne a carico. Per i nuovi nati decorre dal settimo mese di gravidanza e 
    • per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni, che:
      • frequenti un corso di formazione scolastica o professionale, o un corso di laurea;
      • svolga un tirocinio o un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8mila euro annui;
      • sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
      • svolga il servizio civile universale;
    • per ogni figlio con disabilità a carico, senza limiti di età.

    L'erogazione  degli assegni è iniziata  da marzo 2022.  Solo da marzo 2022 le detrazioni e assegni  al nucleo familiare sono stati abrogati prevedendo un regime transitorio con maggiorazioni  in vigore per fino al 2024 

    L'assegno unico figli è universale cioè  è destinato  a tutte le famiglie con figli  con importi progressivamente inferiori all'aumentare del reddito :

    In particolare è prevista 

    1.  una quota base minima  per tutte le famiglie con ISEE sopra i 40mila euro, fissata inizialmente a 50 euro per 1 figlio
    2. una quota variabile modulata in modo progressivo , sulla base dell'ISEE familiare: la soglia ISEE per avere  il trattamento massimo era pari nel  2022  a 15mila euro.

    Sono previste inoltre specifiche maggiorazioni  collegate al numero dei figli, alla disabilità, alle famiglie monogenitoriali  Vedi sotto esempi di importo 

    Va sottolineato che  :

    • gli importi dell'assegno e delle soglie Isee sono rivalutati annualmente  sulla base dell'indice ISTAT e che 
    • l'importo dell'assegno non rileva ai fini del reddito 

    Assegno unico 2025: la domanda per il rinnovo

    Le domande vanno presentate sul portale INPS a questo link oppure presso i patronati 

    Si ricorda che dal 2023   per chi già lo riceve non è necessario fare domanda ogni anno  per l'assegno unico a meno che non ci siano variazioni dei requisiti  della famiglia ovvero : 

    • maggior numero di figli, 
    • raggiungimento dell'età che li esclude dall' accesso (22 anni)
    • modifica dell’Isee cioè  variazioni di reddito o del patrimonio del nucleo familiare 

    ATTENZIONE  è necessario  comunque presentare  ogni anno all'INPS  la DSU per ottenere l'importo dell'assegno sulla base dell'ISEE aggiornato,  altrimenti dal, mese di marzo   viene garantito solo l'importo minimo previsto per  la fascia ISEE piu alta. 

    La presentazione dell'ISEE aggiornato entro  il  mese di giugno da diritto ad ottenere eventuali conguagli

     Per facilitare il processo, l’INPS consiglia ai richiedenti di presentare tempestivamente la DSU aggiornata, così da evitare ritardi nei pagamenti o l’erogazione dell’importo minimo in assenza di ISEE. 

    INPS fa presente che , la digitalizzazione dei servizi consente di gestire più agevolmente la propria posizione contributiva attraverso strumenti online e l’APP INPS Mobile, con la possibilità di aggiornare le informazioni in tempo reale. 

    Assegno unico esempi di importo 2024

    ISEE

     IMPORTI MENSILI 2024

    Assegno figli minori (1)

    Assegno figli 18-20 anni (2)

    Maggiorazione figli ulteriori al secondo (3)

    Maggiorazione figli non autosufficienti (4.1)

    Maggiorazione figli con disabilità grave (4.2)

    Maggiorazione figli con disabilità media (4.3)

    Maggiorazione figli 18-20 anni disabili (5)

    Assegno figli disabili a carico >21 anni (6)

    maggiorazione figli per madre di età <21 anni(7)

    Bonus secondo percettore di reddito (8)

    fino  a 

    17.090,61 euro

    199,4 

    96,9 

    96,9 

    119,6 

    108,2 

    96,9 

    91,2 

    96,9 

    22,8 

    34,1 

    da

    27.231,05

    a

    27.344,98

    148,1 72,2 68,1 119,6 108,2 96,9 91,2 72,2 22,8 21,9

    da

    37.599,35

    a

    37.713,28

    96,2 47,4 39,1 119,6 108,2 96,2 91,2 47,4 22,8 9,5

     

    Assegno Unico novità ed esempi importi 2025

    La circolare 33 ricorda che è confermata la neutralizzazione dell’ISEE per evitare che l’importo percepito dall’AUU riduca il valore dell’indicatore stesso. 

    Tra le principali maggiorazioni confermate per il 2025 figurano:

    •  l’aumento per figli con disabilità, 
    • il bonus per madri di età inferiore a 21 anni,
    •  la maggiorazione per il secondo percettore di reddito e 
    • l’incremento per i figli successivi al secondo. 

    Oltre a queste, si confermano specifiche maggiorazioni temporanee , come 

    • il supplemento del 50% per figli con meno di un anno di età, 
    • l’incremento del 50% per i nuclei con almeno tre figli e ISEE sotto la soglia massima, e 
    • la maggiorazione forfettaria di 150 euro per famiglie con almeno quattro figli.

    Tabella AUU 2025

    Importi Assegno Unico Universale (AUU) 2025

    Fascia ISEE (€) Importo AUU figli minorenni (€) Importo AUU figli maggiorenni (18-20 anni) (€) Bonus secondo percettore (€) Maggiorazione figlio disabile grave (€) Maggiorazione genitore unico (€)
    Fino a 17.227,33 201,00 97,70 34,40 120,60 30,00
    18.375,83 – 18.490,67 194,60 94,70 33,00 109,10 28,00
    25.037,07 – 25.151,91 161,40 78,50 25,00 97,70 20,00
    33.191,34 – 33.306,18 120,60 59,10 15,20 80,00 15,00
    43.183,19 – 43.298,04 70,70 35,10 3,20 50,00 10,00
    20.500,00 – 20.600,00 185,00 90,00 30,00 115,00 25,00
    40.500,00 – 40.600,00 85,00 42,00 5,00 60,00 12,00

  • Maternità, famiglia, conciliazione vita-lavoro

    Congedi parentali all’80%: a chi spettano 3 mesi

    Nella legge di bilancio 2025 (approvata il 15 ottobre dal Consiglio dei Ministri  e in vigore dal 1 gennaio come legge 207 2024) si evidenzia il rafforzamento dei sostegni alle famiglie con figli  con varie misur, sia nuove che già presenti negli anni scorsi. In particolare sono  da segnalare 

    • la previsione di una sorta di quoziente familiare per le detrazioni fiscali, che favorisce le famiglie.
    • la conferma della soglia di fringe benefit più alta per i lavoratori dipendenti con figli (2000 euro invece che 1000) 
    • la carta per i nuovi nati Bonus nascita da 1000 euro
    • il potenziamento del bonus asilo nido , grazie all'esclusione degli importi dell'assegno unico dal calcolo dell'ISEE

     Due  ulteriori novità  riguardano:

    • lo sgravio contributivo totale per le lavoratrici con figli  che si amplia alle lavoratrici autonome 
    • l'indennità maggiorata all'80 % per un terzo mese oltre ai due già previsti , nei congedi parentali facoltativi.

    Vediamo più in dettaglio questa ultima novità.

    Indennità congedo parentale le regole 2024

    La legge di bilancio 2024 (L. 213/2023) aveva previsto l'aumento dell’importo dell' indennità di congedo parentale fruibile per madri o padri  per un secondo mese,  sul totale dei 6  previsti entro il 6° anno di vita del  bambino. 

    Nello specifico l'indennità (ordinariamente fissata al 30% della retribuzione imponibile) è stata portata

    • all'80% per due mesi nel 2024 e 
    • all'80% per un mese e al 60% per un altro mese,  a regime, a partire dal 2025.

     La  novità  2024 è applicabile ai lavoratori dipendenti, pubblici e privati che terminano i periodi di congedo  obbligatorio di maternità o, in alternativa, di paternità – di cui rispettivamente al Capo III e al Capo IV del DLgs. 151/2001 – successivamente al 31 dicembre 2023.

    Con la circolare 57 del 18 aprile 2024 Inps  aveva  fornito  le istruzioni operative  per i lavoratori del settore privato.

    Veniva precisato che l’indennità maggiorata spetta  alternativamente a entrambi i genitori. 

    Congedo parentale 2025: terzo mese indennizzato all’80

    Come detto la legge di bilancio continua il rafforzamento dei congedi parentali, con l'introduzione di:

    • aumento al 80% anche del secondo mese di congedo che avrebbe dovuto passare al 60% secondo le norme in vigore e di 
    • un terzo mese , sempre indennizzato all'80% dello stipendio, che si aggiunge ai due già previsti. 

    Questo beneficio secondo il testo entrato in consiglio non sarà temporaneo ma  diventerà strutturale 

    Si conferma che potrà essere fruito da entrambi i genitori, sempre  entro i sei anni di vita del figlio o entro sei anni dall'adozione o affidamento, purche terminino il congedo obbligatorio dopo il 31 12 2024 . 

    Restano invariati i restanti mesi di congedo, indennizzati al 30% ( per un massimo di 10 complessivamente).

    Si attendono ancora le istruzioni dettagliate INPS per l'applicazione da parte dei datori di lavoro.

    Tabella riepilogo: a chi spettano 3 mesi di congedo all’80%?

    Come detto la nuova misura è valida per chi completa il periodo di maternità o paternità obbligatoria dopo il 31 dicembre 2024, quindi dal 2025.

    Vediamo  come si applicano le regole sul  congedo indennizzato  a seguito dell'evoluzione normativa:

    Prima del 2023: Solo 9 mesi retribuiti al 30%, da utilizzare entro i 12 anni del figlio.

    1. 2023: Introdotto 1 mese retribuito all’80%, utilizzabile entro i 6 anni del figlio, oltre agli 8 mesi al 30%.
    2. 2024: I mesi all’80% diventano 2, utilizzabili fino ai 6 anni del figlio, con gli altri 7 mesi al 30%.
    3. 2025: Si arriva a 3 mesi retribuiti all’80%, più 6 mesi al 30%, entro i 12 anni.

    Differenze tra i lavoratori

    Le regole variano in base alla data di fine del periodo obbligatorio di maternità/paternità:

    • 2022 o precedenti**: Restano valide solo le vecchie regole (9 mesi al 30%).
    • 2023-2024: Accesso graduale ai mesi con indennizzo all’80%, fino a 2 mesi nel 2024.
    • 2025 e oltre: Pieno accesso alle nuove regole con 3 mesi all’80%.

    Anno di Fine Astensione Obbligatoria Mesi Retribuiti all'80% Mesi Retribuiti al 30% Utilizzabili Entro
    2022 o precedenti 0 9 12 anni del figlio
    2023 1 8 6 anni (80%), 12 anni (30%)
    2024 2 7 6 anni (80%), 12 anni (30%)
    2025 e oltre 3 6 6 anni (80%), 12 anni (30%)

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    Domanda Assegno Unico: nuova videoguida personalizzata

    Continuano le novità  sulla procedura i domanda  dell'Assegno unico universale per i figli  che diventa ancora piu semplice e intuitiva .  Dopo il  Messaggio n. 4253 del 13 dicembre 2024 .INPS  comunica di aver ha predisposto anche una videoguida personalizzata   destinata a coloro che riceveranno il primo pagamento mensile dell’AUU a seguito della presentazione della domanda e viene reso disponibile automaticamente dopo l’invio della disposizione di pagamento.

    Vediamo le ultime  comunicazioni dell'Istituto in merito,  ricordando che non cambiano le modalità di accesso  al servizio,  che comprende sia l'invio delle richieste che la consultazione delle domande già presenti , ed  è accessibile tramite:

    Domanda Assegno Unico: Gestione IBAN , modifiche, subentri

    1. Integrazione al Sistema Unico di Gestione IBAN (SUGI)

    La gestione dei pagamenti è stata semplificata grazie all’integrazione con la piattaforma  SUGI.  Ad  esempio, durante la presentazione o la modifica della domanda, è possibile selezionare uno degli IBAN già registrati presso l’INPS per altre prestazioni o fornire un nuovo IBAN.

    2. Accredito diretto al tutelato

    I tutori di minori o soggetti interdetti possono ora indicare un IBAN intestato o cointestato al soggetto tutelato per ricevere l’accredito diretto dell’assegno.

    3. Semplificazione della presentazione della domanda

    Ottimizzazioni sono state introdotte per le domande che prevedono maggiorazioni per:

    • Nuclei familiari con ISEE non superiore a 25.000 euro.
    • Genitori entrambi lavoratori.

    In particolare, se i genitori sono gli stessi per tutti i figli nella domanda, l’acquisizione delle informazioni è più semplice e veloce.

    4. Subentro del genitore superstite

    In caso di decesso del genitore richiedente:

    • Se l’assegno era percepito al 50%, il genitore superstite riceverà automaticamente l’intero assegno dal mese successivo.
    • Se l’assegno era percepito al 100% dal genitore deceduto, è necessario verificare la responsabilità genitoriale dell’altro genitore. Il sistema crea una nuova domanda d’ufficio, che viene messa in stato di “Evidenza al cittadino” affinché il genitore superstite possa confermare la responsabilità genitoriale tramite un flag.

    Assegno unico: modifiche in caso di morte di un genitore

    Con il messaggio 2304  del 20 giugno 2024  INPS aveva   comunica il rilascio  di nuove funzioni per la gestione della maggiorazione prevista per le famiglie  con due genitori lavoratori, nel caso venga successivamente a mancare uno dei genitori.

    L'istituto precisa che 

    • In caso di presentazione di una nuova domanda di assegno unico e universale da parte di un nucleo familiare monogenitoriale, con motivazione "altro genitore deceduto”, la procedura propone la compilazione di un ulteriore campo con il codice fiscale del genitore deceduto, 
    • Nell’ipotesi di domanda già presentata da un nucleo familiare monogenitoriale per decesso dell’altro genitore, il richiedente riceve una  comunicazione della possibilità di integrare la stessa al fine di usufruire della maggiorazione in esame. L’integrazione con il codice fiscale del genitore deceduto può essere effettuata accedendo alla sezione "Consulta e gestisci le domande già presentate", e selezionando la voce "Modifica" e successivamente “Scheda”.
    • Viene richiesto  nel caso  non sia trascorso più di un quinquennio dall’evento,  di firmare una autodichiarazione sullo svolgimento di attività lavorativa 

    Si precisa anche che nel caso in cui il decesso di uno dei due genitori avvenga in corso di fruizione della prestazione di AUU, l’Istituto provvede in automatico al subentro del genitore superstite nella domanda e continua a riconoscere la maggiorazione per genitori entrambi lavoratori.

    La maggiorazione viene erogata per i periodi successivi al 1° giugno 2023 fino al termine del quinquennio successivo all’evento del decesso e nell'ambito del limite di godimento dell'assegno unico e universale.

    L'istituto chiariva infine le modalità di subentro in caso di decesso del genitore richiedente con ripartizione al 100 per cento per provvedimento giudiziario.

    Domanda di AUU e subentro di un nuovo Patronato

    Con il messaggio 1108 del 14 marzo 2024 INPS aveva  comunicato   la disponibilità di una nuova funzione   nella procedura di domanda di assegno unico e universale per i figli a carico. In particolare diventa possibile conferire ai patronati il mandato di assistenza per modifiche a domande  che fossero già state presentate in autonomia o da un diverso  Patronato.

    La funzione  “Subentro Patronato” ed è disponibile  per gli operatori di Patronato nella sezione “Consulta e gestisci le domande già presentate”, alla voce “Subentro Patronato”. Necessario pero che il richiedente  abbia fornito i dati di contatto  nell'area MYinps per consentire la controverifica  in tempo reale della modifica 

    La nuova funzionalità viene anche  rilasciata per gli operatori delle Strutture territoriali dell’Istituto che possono  gestire le richieste di subentro  dal cittadino nel caso  non siano presenti i dati  di contatto 

    Gli operatori del nuovo patronato Per accedere alla funzionalità  Subentro devono inserire :

    • il numero della domanda 
    • il codice fiscale del richiedente, 
    •  cliccare sul pulsante “Subentro Patronato” e confermare con codice  numerico di riscontro che viene condiviso con il richiedente tramite SMS per conferma del nuovo incarico . 

    ATTENZIONE A questo fine necessario che i contatti del richiedente l’Assegno Unico siano correttamente inseriti e aggiornati nella sezione “Contatti” dell’area riservata MyINPS nel sito istituzionale www.inps.it. In caso contrario, il cittadino deve rivolgersi alla Struttura territoriale INPS per procedere direttamente 

    Per il subentro , l’operatore di Patronato deve allegare in procedura il mandato di assistenza e rappresentanza mediante la funzionalità “Scegli file” e confermare l’operazione.

     Conclusa la fase di caricamento della documentazione e dopo avere confermato di avere ricevuto il mandato di assistenza, la domanda è immediatamente visibile nell’elenco delle domande gestite dall’Istituto di Patronato subentrante.

    Inoltre, nel corso della giornata viene inviata all’Istituto di Patronato uscente una PEC per informarlo che il cittadino ha conferito mandato ad altro soggetto.

    Assegno unico la video guida personalizzata

    La nuova video guida è stata progettata per dare ai neogenitori e più in generale ai nuovi richiedenti, destinatari di primo pagamento dell’AUU piena consapevolezza dei propri diritti (anche mediante pop up di approfondimento) e per facilitarli nell’uso autonomo dei servizi online, ai quali possono accedere nella scena finale tramite i quattro pulsanti (call to action) di seguito indicati:

    • MyINPS, per monitorare le notifiche dei successivi pagamenti che saranno disposti;
    • ISEE precompilato, per presentare una nuova DSU e ottenere l’ISEE, riferimento essenziale per il calcolo dell’AUU;
    • Modifica e consulta la domanda di Assegno Unico Universale che hai già presentata, per variare la modalità di pagamento (nel caso l’utente abbia scelto il bonifico domiciliato e l’importo dell’AUU spettante sia superiore a 1000 euro);
    • Portale delle Famiglie, per richiedere altre prestazioni come, ad esempio, i congedi parentali.

    Due le modalità indicate dall'INPS nel messaggio per ACCEDERE ALLA VIDEO GUIDA PERSONALIZZATA E INTERATTIVA

    1. da SMS/EMAIL di notifica >www.inps.it> MyINPS (autenticazione con codice fiscale e credenziali SPID/CIE/CNS) > avviso PRIMO PAGAMENTO ASSEGNO UNICO UNIVERSALE >leggere l’avviso e cliccare sul link per aprire la video guida
    2.  su App IO e INPS mobile (autenticazione con codice fiscale e credenziali SPID/CIE/CNS) > Notifica avviso > leggere l’avviso “PRIMO PAGAMENTO ASSEGNO UNICO UNIVERSALE” e cliccare su “VAI AL VIDEO” 

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    Il congedo parentale 2024

    La legge di bilancio 2024 (L. 213/2023)  ha innalzato  l’importo dell' indennità di congedo parentale fruibile per madri o padri  per un secondo mese,  sul totale dei 6  previsti entro il 6° anno di vita del  bambino. 

    In particolare si prevede l'aumento dell'indennità (ordinariamente fissata al 30% della retribuzione imponibile)

    • all'80% per due mesi nel 2024 e 
    • all'80% per un mese e al 60% per un altro mese,  a regime, a partire dal 2025.

     La  novità è applicabile ai lavoratori dipendenti, pubblici e privati che terminano il periodo di congedo di maternità o, in alternativa, di paternità – di cui rispettivamente al Capo III e al Capo IV del DLgs. 151/2001 – successivamente al 31 dicembre 2023.

    Con la circolare 57 del 18 aprile 2024 Inps  ha fornito  le istruzioni operative  per i lavoratori del settore privato.

    Nel messaggio del 26 aprile l'istituto spiega un ulteriore possibilità operativa per i datori di lavoro. Vedi ultimo paragrafo

    AGGIORNAMENTO 24 LUGLIO 2024 

    L'INPS, con il Messaggio n. 2704 del 23 luglio 2024, comunica un ulteriore aggiornamento della procedura di presentazione delle domande di congedo parentale e congedo parentale a ore aderenti recenti modifiche . Si richiede in particolare l'inserimento della data di fine congedo  se l'evento è riferito al 2022 o 2023 . Questo per consentire l'evasione delle richieste in ordine cronologico. 

    Non è necessario invece per gli eventi nascita o ingresso in famiglia che si realizzano nel 2024.

    Inoltre l'Istituto precisa che non è  richiesta una nuova domanda per i periodi pregressi già indennizzati con le maggiorazioni.

    Congedo parentale le novità  dal 2022 

    Sul tema la normativa DLgs. 151/2001 è stata oggetto di molte modifiche nel 2022 e 2023 .In particolare :

    • con il d.lgs 105 2021  il limite massimo dei periodi di congedo parentale indennizzabili  ai  lavoratori dipendenti è stato elevato da 6 a 9 mesi complessivi  fruibili entro i 12 anni del figlio (o dall'ingresso in famiglia in caso di adozioni o affido)
    • Con la legge 197 2022 è stato previsto che  dal 2023 , a regime, un  mese dei 9 previsti da fruire entro il 6° anno  fosse indennizzato al 80% e i restanti 8 mesi  al 30%.

    Interessante notare che quest'ultima misura  era inizialmente   rivolta solo alle madri,  in controtendenza rispetto alle raccomandazioni  della  direttiva europea, sulla  parità dei sessi e  infatti durante l'iter parlamentare  la norma è stata estesa anche ai padri.

    Durata dei congedi parentali 

    Attualmente   sulla durata del congedo parentale  la normativa prevede che per ogni bambino, nei primi suoi dodici anni di vita, ciascun genitore ha diritto di astenersi dal lavoro  per periodi  che non possono complessivamente eccedere il limite di dieci mesi,  (salvo il caso in cui il padre fruisca dell'astensione per almeno tre mesi , per cui si aggiunge un mese ulteriore)

    Nell'ambito del predetto limite, il diritto di astenersi dal lavoro compete: 

    • a) alla madre lavoratrice, trascorso il periodo di congedo di maternità  obbligatorio per un periodo continuativo o frazionato non superiore a sei mesi;
    • b) al padre lavoratore, dalla nascita del figlio, per un periodo continuativo o frazionato non superiore a sei mesi, elevabile a sette 
    • c) per un periodo continuativo o frazionato non superiore a undici mesi, qualora vi sia un solo genitore ovvero un genitore nei confronti del quale sia stato disposto,  l'affidamento esclusivo del figlio. In quest'ultimo caso, l'altro genitore perde il diritto al congedo non ancora utilizzato. 

    In merito  INPS ha fornito le istruzioni con le circolari 122 2022 e 45 2023 

    Tabella  limiti congedi parentali

    congedi parentali dal 2024
    LIMITE INDIVIDUALE  LIMITE COMPLESSIVO 
    6 MESI sia per il padre che per la madre in alternativa
    entro i 6 anni (7 per il padre che si astiene dal lavoro per almeno 3 mesi)
    10 MESI entro i 12 anni (11 mesi per il padre che si astiene per almeno 3 mesi

    Indennizzo Congedi parentali 2024

    Nell'ambito dei limiti di durata citati  spettano i seguenti indennizzi 

    • – alla madre, fino al dodicesimo anno di vita del bambino (o dall’ingresso in famiglia  in caso di adozione o affidamento) un periodo indennizzabile di 3 mesi, non trasferibile all’altro genitore;
    • – al padre, fino al dodicesimo anno di vita del bambino (o dall’ingresso in famiglia in  caso di adozione o affidamento)  un periodo indennizzabile di 3 mesi, non trasferibili all’altro genitore;
    • – a entrambi i genitori , in alternativa un ulteriore periodo indennizzabile della  durata complessiva di 3 mesi, fruibile anche in modalità ripartita tra i genitori, nei  limiti individuali del singolo genitore e nel limite di coppia di 9 mesi indennizzabili.
    • – sono indennizzabili anche il decimo e l’undicesimo mese nel caso in cui il reddito personale del richiedente il congedo sia inferiore a 2,5 volte la pensione minima.

    In caso di parto plurimo, il diritto al congedo parentale spetta, nei predetti limiti,   per ogni figlio.

    Indennità secondo mese all'80% dal 2024: istruzioni operative e Uniemens

     Nella circolare 57 2024 , giunta con molto ritardo l'istituto chiarisce finalmente le modalità operativo per la fruizione dell'indennità.

    Si ricorda che il mese con indennità aumentata può essere utilizzato alternativamente dai due genitori o esclusivamente da uno di essi, anche in modalità spezzata (giorni o ore).

    Successivamente vengono riepilogate le varie percentuali dell'indennità che i datori di lavoro sono tenuti a erogare per i congedi parentali fruibili entro i sei anni di vita del bambino, ovvero l'80% per il primo mese e per il secondo (solo se utilizzato nel 2024), o il 60% per il secondo mese utilizzato dal 2025 e il 30% per i successivi sette mesi (che possono arrivare a nove per i redditi inferiori a una certa soglia), fornendo anche diversi esempi pratici 

    Si segnala in particolare che il diritto al secondo mese di congedo con indennità  maggiorata  al 80%/60% :

    • è garantito per i bambini nati a partire dal 1° gennaio 2024, indipendentemente dall'effettivo uso del congedo di maternità o paternità.
    • mentre per i nati nel 2023 , spetta solo ai lavoratori che concludano il congedo  obbligatorio  dopo il 31 dicembre 2023.
    • In caso contrario è applicabile un solo mese con indennità all80% come da normativa previgente

    Dal punto di vista procedurale, l'ente ha implementato nuovi codici evento e codici conguaglio da impiegare nel flusso Uniemens  o per la restituzione di quello retribuito in misura standard da utilizzare entro il flusso di giugno 2024.

    I nuovi codici evento da utilizzare per la denuncia contributiva, tramite il flusso UniEmens, riferita ai lavoratori dipendenti iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria[3] e ad altri Fondi speciali, sono :

    • “PG2”, avente il significato di “Periodi di congedo parentale in modalità oraria indennizzati in misura dell’60 per cento della retribuzione (dell’80 per cento per il solo anno 2024) di cui all’articolo 1, co. 179, L. n. 213/2023 nella misura di un mese fino al sesto anno di vita del bambino”;
    • “PG3”, avente il significato di “Periodi di congedo parentale in modalità giornaliera indennizzati in misura del 60 per cento della retribuzione (dell’80 per cento per il solo anno 2024) di cui all’articolo 1, co. 179, L. n. 213/2023 nella misura di un mese fino al sesto anno di vita del bambino”.
    • Successivamente  le correzioni potranno essere effettuate solo tramite procedure di regolarizzazione.

    Ai fini del conguaglio,  i datori di lavoro del settore privato devono valorizzare all’interno di <DenunciaIndividuale> / <InfoAggcausaliContrib> il <CodiceCausale> di nuova istituzione “L330”, avente il significato di “Conguaglio congedo parentale in misura del 60% della retribuzione (80% per il solo anno 2024) di un mese fino al sesto anno di vita del bambino di cui all’articolo 1, co. 179, L. n. 213/2023”.

    AGGIORNAMENTO 26 APRILE 2024 

    Nel messaggio 1629  del 26 aprile INPS  comunica che è stata ampliata la possibilità, per i datori di lavoro che hanno già elaborato le buste paga di aprile 2024 con l’indicazione del congedo parentale in misura ordinaria (30%), di poter conguagliare la prestazione con integrazione all’80% :

    • sui flussi di maggio 2024 e giugno 2024 
    • valorizzando il codice “L330” con indicazione 04.2024 all’interno dell’elemento <AnnoMeseRif>
    •  con la contestuale restituzione utilizzando il codice “M047”.

    AGGIORNAMENTO 11 LUGLIO 2024

    INPS ha  reso noto con il messaggio 2283 2024  di alcune modifiche alla procedura telematica delle domande e fornisce  nuove istruzioni operative anche ai datori di lavoro  e agli operatori di sede. 

    Le novità cercano di ovviare alle difficolta di applicazione della norma che prevede   l’indennità maggiorata:

    •   per un mese all’80% nel 2023 e 
    • per due mesi all’80% nel 2024

     solo per i genitori che hanno terminato il congedo di maternità o paternità dopo il 31 dicembre 2022 nel primo caso e dopo il 31 dicembre 2023 nel secondo. In assenza di tali dati nella domanda di congedo, i datori di lavoro hanno dovuto reperirli autonomamente,con alto rischio di errori.

     Il flusso di acquisizione delle domande di congedo parentale è stato  ora  modificato per permettere a richiesta di indennità con aliquota maggiorata fornendo i necessari dettagli.

     Durante la compilazione della domanda telematica, il lavoratore dovrà selezionare la nuova dichiarazione "Dichiaro di voler richiedere l’indennizzo con aliquota maggiorata" nella sezione "Dati domanda".

    Se la data di parto o di ingresso in famiglia per affidamento/adozione ricade nel 2022, il lavoratore dovrà inserire almeno una delle seguenti date:

    • data ultimo giorno di congedo di maternità fruito come dipendente del settore pubblico o privato per il minore;
    • data ultimo giorno di congedo di paternità alternativo fruito come dipendente del settore pubblico o privato per il minore;
    • data ultimo giorno di congedo di paternità obbligatorio per il minore.
  • Maternità, famiglia, conciliazione vita-lavoro

    Sgravio contributivo madri 2024: le istruzioni

    La  legge di Bilancio 2024, legge 213 2023, pubblicata il 30 dicembre in Gazzetta Ufficiale  prevede un nuovo  taglio del cuneo contributivo,  riservato  alle lavoratrici madri, occupate sia nel settore pubblico che nel privato.

    I commi 180-181  prevedono  infatti lo sgravio totale dei contributi  previdenziali a carico delle lavoratrici , pari al 9,19% della retribuzione imponibile, sempre che 

    • siano assunte a tempo indeterminato e 
    • abbiano  due o più figli. 

    Il nuovo incentivo intende favorire l'occupazione femminile e sostenere le famiglie. Va ricordato comunque che   l'aumento del  netto in busta paga, dovuto allo sgravio contributivo,  comporta maggiori imposte.  

    Il 31 gennaio INPS  ha pubblicato la circolare 27 2024 con le istruzioni operative per l'applicazione del beneficio da parte dei datori di lavoro.

    Vediamo di seguito maggiori dettagli su requisiti, condizioni, applicabilità e i possibili effetti in busta paga.

    Sgravio contributivo madri 2024: i requisiti

    Il comma 180  della  legge di bilancio 213 2023  come detto prevede due diverse misure: 

    1.  per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 
      1.  l' esonero del cento per cento della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico  
      2. delle  lavoratrici madri di 3 o piu figli, con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, anche part time
      3. sia del settore privato che del pubblico impiego, ad esclusione dei rapporti di lavoro domestico 
      4. fino al mese di compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo, 
      5. nel limite massimo annuo di 3.000 euro riparametrato su base mensile.
    2. solo per il 2024  lo stesso sgravio è previsto invece :
      • per le lavoratrici madri di due figli  (sempre con contratto a  tempo indeterminato,  ed esclusi i rapporti di  lavoro domestico)
      • fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo.

    In entrambi i casi resta ferma l'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche, cioè il calcolo della pensione non prevede riduzioni.

    La circolare INPS specifica che l'applicazione di questo taglio contributivo è alternativa a quella dell'esonero dei contributi IVS già in vigore per i redditi fino a 25/ 35mila euro annui.

    Sconto contributivo madri: platea e cumulabilità con esonero IVS

    Secondo la stima contenuta nella relazione tecnica, il nuovo esonero  riguarderà circa il 6% delle  donne occupate.  È destinato  infatti  alle  570.475 lavoratrici con due o piu figli che risultano ad oggi nelle banche dati dell'INPS .

     La platea della nuova  decontribuzione per le madri  risulta dunque limitata : su 9,74 milioni di occupate nel 2022, a beneficiare del nuovo sgravio, come detto, saranno circa il 6 per cento del totale.

    Sono escluse le lavoratrici dipendenti con contratti a tempo determinato (1,48 milioni), le libere professioniste (482mila), le lavoratrici  autonome (751mila), oltre alle lavoratrici domestiche.  e ovviamente le lavoratrici senza figli o con un figlio unico.

    CUMULABILITA CON ESONERO IVS

    La circolare afferma che l’esonero  in oggetto risulta strutturalmente alternativo all’esonero parziale sulla quota dei contributi IVS a carico del lavoratore,  in quanto ad esempio nel caso di sgravio del 7% , l’onere contributivo massimo che può essere sostenuto dalla lavoratrice con aliquota contributiva pari a 9,19%, risulta i 247,39 euro, inferiore alla quota contributiva massima esonerabile  con l'esonero at 1 commi 180 e 181, pari a 250 euro mensili (3.000 euro annui/12).

    Resta fermo che dal mese successivo a quello in cui scada la fruizione di una delle due misure per  maggiore età del figlio più piccolo o, al contrario, in caso di nascita  si può ricorrere alla diversa misura di esonero della quota a carico della lavoratrice.

    ESEMPIO 

    "Le lavoratrici madri di tre o più figli, dal mese successivo al raggiungimento della maggiore età del figlio più piccolo possono accedere all’esonero IVS, non possedendo più i requisiti  per l’accesso all’esonero comma 180 dell’articolo 1 della legge di Bilancio 2024. Analogamente, dal mese della nascita del secondo figlio, la lavoratrice può accedere, sino al 31 dicembre 2024, all’esonero di cui al comma 181 in  alternativa al  comma 15  fruito nella precedente mensilità (cfr., sul punto, anche la circolare n. 11 del 16 gennaio 2024)".

    Nel settore privato il beneficio è già attivo  mentre nel settore pubblico dovrebbe iniziare con la busta paga di maggio (messaggio Noi Pa-Mef 35/2024), e con il riconoscimento delle quote arretrate dal 1° gennaio 2024.

    Esonero contributivo madri: i possibili risparmi

    Necessario  evidenziare  che  il risparmio contributivo   garantito da questa nuova misura fa comunque innalzare l'imponibile fiscale con conseguente maggiori tasse da versare .

    Un articolo  del Sole 24 ore del 6 novembre 2023 aveva proposto alcuni esempi:

    1.  una dipendente con  due figli, con retribuzione imponibile mensile imponibile ai fini previdenziali di 1.500 euro,  potrà avere uno sconto contributivo complessivo, con relativo aumento in busta paga rispetto ad oggi, con il solo taglio del cuneo fiscale ordinario,   di circa 138 euro invece che  105.  
    2. Invece una  dirigente  con figli e titolare di  un imponibile previdenziale di 5.600 euro mensili  che  non ha avuto finora il taglio del cuneo contributivo perché il reddito supera i 35mila euro annui,  potrà avere il  taglio  massimo stabilito dalla legge ( 250 euro al mese x 12 mesi) ma dovrà comunque versare circa 256 euro di contributi .

    In tutti i casi   con il taglio contributivo l'imponibile fiscale sarà più alto.

    Sgravio contributivo madri 2024: istruzioni Uniemens ai datori di lavoro

    Nella circolare 27 del 31 gennaio  2024 INPS riepiloga la normativa sull'esonero contributivo per le madri fornendo importanti specificazioni sui requisiti  sull'applicabilità, oltre che  le istruzioni per la fruizione nei flussi Uniemens.

    In particolare, in tema di REQUISITI l'istituto specifica  che la realizzazione del requisito si intende soddisfatta al momento della nascita del  secondo (per il 2024)  o terzo figlio (o  successivo) e la verifica dello stesso requisito si cristallizza alla data della nascita del  secondo/terzo figlio (o successivo), 

    Non si decade dal diritto a beneficiare della  riduzione contributiva in caso di 

    • fuoriuscita di uno dei figli dal nucleo familiare , 
    •  morte prematura,  
    • non convivenza di uno  dei figli o 
    •  affidamento esclusivo al padre.

    La circolare riporta alcuni esempi specifici  di casistiche riguardo alla  decorrenza e alla durata dell'agevolazione in relazione alla data di nascita dei figli.

    UNIEMENS 

    I datori di lavoro non agricoli  autorizzati possono esporre  a partire  dal flusso Uniemens di competenza febbraio 2024, le lavoratrici per le quali spetta l’esonero  valorizzando, secondo le consuete modalità, l’elemento <Imponibile> e l’elemento  <Contributo> della sezione <DenunciaIndividuale>.

    In particolare, nell’elemento <Contributo> deve essere indicata la contribuzione dovuta calcolata sull’imponibile previdenziale del mese.

    Per esporre il beneficio spettante devono essere valorizzati 

    – nell’elemento <CodiceCausale> il valore “ELA3” avente il significato di  “Esonero articolo 1, comma 180, legge n. 213/2023” nella casistica in cui sono presenti  almeno tre figli oppure 

    –  il valore “ELA2” avente il significato di “Esonero articolo 1, comma 181,  legge n. 213/2023” nel caso  in cui siano presenti due figli.

    UNIEMENS POSAGRI

    I datori di lavoro agricolo  sono tenuti ad esporre nel flusso di denuncia Uniemens – PosAgri, a partire dal mese di competenza di gennaio 2024, i dati delle lavoratrici alle quali  spetta l’esonero  compilando anche i campi sotto specificati:

    a) Lavoratrici madri di tre o più figli:

    in <Tipo Retribuzione>/<CodiceRetribuzione> il codice “Y”;  in <AgevolazioneAgr>/<CodAgio> il codice Agevolazione “LG”, che assume il nuovo  significato di “Esonero art. 1, comma 180, legge n. 213/2023 tre o più figli”;

    b) Lavoratrici madri di due figli:

    in <Tipo Retribuzione>/<CodiceRetribuzione> il codice “Y”; in <AgevolazioneAgr>/<CodAgio> il codice Agevolazione “LF”, che assume il nuovo  significato di “Esonero art. 1, comma 181, legge n. 213/2023 due figli”.

    ARRETRATI 

    Dato che nel mese di gennaio 2024 non è stato possibile applicare lo sgravio  per mancanza di istruzioni ,  il recupero degli arretrati di esonero  per i mesi di gennaio e febbraio potrà essere effettuato entro il mese di maggio 2024.

    Sgravio contributivo madri: obbligo di comunicazione dei Codici fiscali

    Per  l’accesso alla misura, le lavoratrici pubbliche e private  devono comunicare al loro datore di lavoro la  volontà di avvalersi dell’esonero fornendo:

    •  il numero  e 
    • i codici fiscali dei figli, 

    dati  che consentono all'istituto le verifiche sulla spettanza del beneficio.

    I datori di lavoro possono, conseguentemente, esporre nelle denunce retributive l’esonero  spettante  secondo le indicazioni  specificate nella circolare  per le diverse gestioni.

    Inps annuncia anche che è in preparazione un nuovo applicativo per consentire  alla lavoratrice di comunicare direttamente all’Istituto le informazioni e sottolinea che l'assenza di comunicazione dei codici fiscali dei figli, con una delle due modalità descritte,  comporta la revoca del beneficio.

  • Maternità, famiglia, conciliazione vita-lavoro

    Bonus maternità atlete 2024: istruzioni e modello

    Il bonus maternità per le sportive   non professioniste  è stato rifinanziato per il 2024   con l'art 7 del  decreto del  ministro per lo sport dell'11 aprile 2024 in attesa di pubblicazione. 

    Si riconferma l'importo di 1000 euro mensili  e  la durata di  12 mesi  prevista già nel 2023 dal  DPCM 24 marzo 2023 dai ministri dello Sport Abodi e dell'Economia Giorgetti.

    Si ricorda che le domande sono  gestite nell'ordine cronologico di arrivo 

    Vediamo nei paragrafi seguenti  di cosa si tratta,  chi può richiederlo, le modalità  e  il modello per fare  domanda (da inviare via PEC)

    Contributo maternità atlete 2024: a chi spetta

    Al fine di sostenere la maternità delle  donne che praticano attività sportive   il Dipartimento per lo Sport eroga un contributo alle atlete che al momento della richiesta soddisfano  contemporaneamente le seguenti condizioni:

    1.   svolgimento nell’attuale o nella precedente  stagione sportiva, in forma esclusiva o prevalente di un’attività sportiva agonistica riconosciuta dal CONI  o dal Comitato Italiano Paralimpico
    2.   assenza di redditi  derivanti da altra attività per importi superiori a 15.000,00 euro lordi annui; 
    3. NON  appartengono a gruppi sportivi militari o ad altri gruppi che garantiscono una forma di tutela  previdenziale in caso di maternità; iv) mancato svolgimento di un’attività lavorativa che garantisca  una forma di tutela previdenziale in caso di maternità;
    4.  possesso della cittadinanza italiana o di  altro paese membro dell’Unione Europea oppure, per le atlete cittadine di un paese terzo,  possesso di permesso di soggiorno in corso di validità e con scadenza di almeno sei mesi   successiva a quella della richiesta.

    Otre oltre a tutte le condizioni precedenti, deve verificarsi anche una delle seguenti  situazioni: 

    •  aver partecipato negli  ultimi cinque anni a una olimpiade o a un campionato o coppa del mondo oppure a un  campionato o coppa europei riconosciuti dalla federazione di appartenenza; OPPURE 
    •  aver fatto parte almeno una volta negli ultimi cinque anni di una selezione nazionale della federazione di  appartenenza in occasione di gare ufficiali;  OPPURE
    •  aver preso parte, per almeno due stagioni sportive,  a un campionato nazionale federale.

    Per richiedere il contributo è inoltre necessario che l'atleta abbia interrotto la propria attività sportiva.

    Bonus maternità sportive: importo, come viene erogato, regime fiscale

    Come detto, a condizione che l’atleta abbia interrotto la propria attività agonistica, il diritto a percepire il  contributo di maternità può essere esercitato a partire dalla fine del primo mese di gravidanza e  non oltre la fine degli undici mesi successivi; tale diritto decade in ogni caso nel momento in cui  l’atleta riprende l’attività agonistica.

    Il contributo di maternità ammonta a 1000 euro mensili e viene  erogato fino a un massimo di dodici mensilità  a partire dall’ultimo giorno del mese successivo a quello in cui è effettuata la  richiesta.

    Il  bonus maternità  viene  versato  anche nell’ipotesi di interruzione di gravidanza, in tal caso il diritto esiste fino alla ripresa dell’attività agonistica e comunque per non più di tre mesi.

     Le somme erogate   sono soggette a tassazione come "redditi diversi " ai sensi  dell’articolo 67, comma 1, lettera m), del testo unico delle imposte sui redditi, (DPR  22 dicembre 1986, n. 917).

    Bonus maternità sportive: come fare domanda – il modello

    La richiesta va  presentata al Dipartimento per lo Sport tramite invio PEC dell' apposito modulo reso disponibile  sul sito internet istituzionale del Dipartimento.

    QUI IL MODELLO da compilare  e scannerizzare.

    E' necessario allegare alla domanda copia di un documento di identità valido e inviarle all'indirizzo [email protected]

    Bonus maternità atlete: risorse e precisazioni 2024

    Le richieste di contributo saranno soddisfatte secondo l’ordine temporale di ricevimento fino a esaurimenti delle risorse ,  che ammontano a 1 milione di euro

    Il dpcm di  marzo 2023  ha previsto che i  ministeri competenti verifichino e comunichino il numero di contributi  richiesti ed erogati, con pubblicazione sui siti istituzionali.

    E' possibile richiedere chiarimenti all'indirizzo  [email protected].