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Retribuzioni convenzionali estero: regolarizzazione entro il 16 giugno
Con la circolare 49 del 25/3/2024 INPS chiarisce le modalità di applicazione del decreto del ministero del lavoro che ha definito i valori delle retribuzioni convenzionali 2024 per i lavoratori che oprano all'estero, in paesi senza accordi in tema di sicurezza sociale con l'Italia.
Scarica qui le tabelle delle retribuzioni convenzionali 2024
In particolare la circolare specifica che per la regolarizzazione dei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2024, c'è tempo fino al 16 giugno 2024.
Retribuzioni convenzionali 2024: a chi si applicano
INPS ricorda che le retribuzioni convenzionali sono utilizzate per il calcolo dei contributi dovuti, per il 2024, per
- lavoratori italiani operanti all’estero in Paesi extracomunitari non legati all’Italia da accordi di sicurezza sociale
- cittadini degli altri Stati membri dell’Ue e
- lavoratori extracomunitari, titolari di un regolare titolo di soggiorno e di un contratto di lavoro in Italia,
inviati dal proprio datore di lavoro in un Paese extracomunitario.
Per i lavoratori che si spostano
- nell’ambito dell’Ue
- Svizzera e
- Paesi aderenti all’accordo See: Liechtenstein, Norvegia, Islanda,
si applica la normativa di sicurezza sociale contenuta nei regolamenti Ce 883/2004 e 987/2009.
Le retribuzioni convenzionali trovano applicazione, anche nei confronti dei lavoratori operanti in Paesi convenzionati, in riferimento alle assicurazioni non contemplate dagli accordi .
La circolare ricorda che i Paesi con i quali l'Italia ha stipulato convenzione di sicurezza sociale sono:
Argentina, Australia, Brasile, Canada e Quebec, Capoverde, Israele, Jersey e Isole del Canale (Guernsey, Alderney, Herm e Iethou), ex Jugoslavia (Bosnia-Erzegovina, Macedonia, ecc.), Principato di Monaco, Tunisia, Uruguay, USA e Venezuela, Stato Città del Vaticano, Corea e Turchia.
retribuzioni convenzionali 2024 : calcolo
Per i lavoratori interessati, la retribuzione convenzionale imponibile è determinata sulla base del raffronto con la fascia di retribuzione nazionale corrispondente, di cui alle tabelle allegate al DM
Viene precisato che per “retribuzione nazionale” si intende il trattamento previsto dal contratto collettivo, “comprensivo degli emolumenti riconosciuti per accordo tra le parti”, con esclusione dell’indennità estero, il cui importo, diviso per 12 viene confrontato con le tabelle del settore corrispondente, per individuare la fascia di riferimento per i contributi
L’Inps ricorda che la retribuzione può subire variazioni solo nei casi di
- passaggio da una qualifica all’altra nel corso del mese
- modifiche nel corso del mese del trattamento economico individuale di “quadro”, “dirigente” o “giornalista”, o per passaggio di qualifica.
In questi casi deve essere attribuita retribuzione convenzionale corrispondente al mutamento intervenuto.
Nel caso invece di maturazione di compensi variabili per lavoro straordinario o premi occorre rideterminare l’importo della stessa retribuzione includendo tali nuove voci e ridividere il valore così ottenuto per dodici mensilità. Se questo comporta un modifica della fascia di riferimento nell’anno ,occorrerà procedere a conguaglio .
Regolarizzazione Uniemens entro il 16 giugno 2024
I datori di lavoro che per il mese di gennaio, febbraio e marzo 2024 hanno operato diversamente dalle istruzioni della circolare devono regolarizzare i periodi senza oneri aggiuntivi entro il 16 giugno 2024.
Nella compilazione della denuncia Uniemens vanno seguite le seguenti indicazioni:
- calcolo delle differenze tra le retribuzioni imponibili in vigore al 1° gennaio 2024 e quelle assoggettate a contribuzione per lo stesso mese;
- differenze aggiunte alle retribuzioni imponibili individuali del mese in cui si effettua la regolarizzazione, da riportare nell’elemento <Imponibile> di <Dati Retributivi> di <Denuncia Individuale>, calcolando i contributi dovuti sui totali ottenuti.
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Regime impatriati 2024: le nuove regole in GU
E' stato pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale il decreto legislativo sulla fiscalità internazionale per l'attuazione della delega fiscale, che all' articolo 7 modifica il regime per i lavoratori impatriati (art. 16 del d.lgs. 14 settembre 2015, n. 147 e art 5 commi 2bis, ter, quater DL 34 2019).
Vediamo allora di seguito tutte le novità.
Regime impatriati 2024: modifiche e chiarimenti
La misura, non ancora definitiva aveva prodotto forti polemiche.
il viceministro dell'Economia Leo aveva precisato che il regime transitorio salvaguarda i soggetti che si trasferiscono nel corso del 2023. Vedi i dettagli al penultimo paragrafo.
Il decreto è stato approvato definitivamente il 19 dicembre dal Governo in una nuova versione con numerose modifiche che tengono conto delle audizioni in Commissione Il ministro Giorgetti in risposta a un interpello parlamentare ha spiegato la ratio della riduzione dell'l'agevolazione : "Il governo tiene al rientro dei cervelli ma intende sanare un utilizzo improprio", ha spiegato, aggiungendo che l'agevolazione applicata a oltre 24mila soggetti, ha un costo non trascurabile pari a circa 1,3 miliardi l'anno e che solo 1800 sono figure ad alta specializzazione scientifica mentre in molti casi viene utilizzata da gruppi multinazionali per top manager e per trasferimenti infragruppo di natura spesso elusiva .
Ha anche affermato che comunque il regime dopo le modifiche resta favorevole al pari o piu di altri trattamenti simili presenti negli altri paesi europei.
Le novità per gli impatriati 2024
Nella bozza della proposta di legge del Governo si stabilisce che il nuovo regime si applica ai contribuenti che trasferiscono la residenza fiscale nel territorio dello Stato ai sensi dell'articolo 2 del TUIR a partire dal 1 gennaio 2024 , e che percepiscono:
- redditi di lavoro dipendente,
- redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente e
- redditi di lavoro autonomo.
Per tali contribuenti è previsto un abbattimento dell’imponibile fiscale del 50 per cento, con limite a 600.000 euro e alle condizioni seguenti:
- a) i lavoratori non devono essere stati fiscalmente residenti in Italia nei tre periodi d'imposta precedenti il predetto trasferimento e devono impegnarsi a risiedere fiscalmente nel territorio dello Stato per almeno cinque anni;
- b) l’attività lavorativa deve essere svolta nel territorio dello Stato in virtù di un nuovo rapporto di lavoro che si va ad instaurare con un soggetto diverso dal datore di lavoro estero prima del trasferimento e che non faccia parte, del suo stesso gruppo;
- c) l'attività lavorativa deve essere prestata per la maggior parte del periodo d’imposta nel territorio dello Stato;
- d) i lavoratori devono essere in possesso requisiti di elevata qualificazione o specializzazione come definiti dal decreto legislativo 28 giugno 2012, n. 108, e dal decreto legislativo 9 novembre 2007, n. 206. (per le professioni regolamentate, per i titolari di una qualifica professionale superiore rientrante nei livelli 1 -legislatori, imprenditori e alta dirigenza- 2 (professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione e 3 – professioni tecniche) della classificazione ISTAT delle professioni CP 2011, attestata dal paese di provenienza e riconosciuta in Italia.)
Da sottolineare che la nuova formulazione prevede che si instauri rapporto di lavoro nuovo con diverso datore di lavoro ( fatte salve le società infragruppo. v. sotto) Non sarebbe più applicabile quindi la prassi recente dell'Agenzia per lo smart working in Italia per lo stesso datore di lavoro estero precedente e il distacco .
Resta confermata, invece, la norma per cui il beneficio fiscale spetta:
- ai cittadini italiani iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero (AIRE), e
- a quelli che non sono iscritti all’AIRE purché siano stati fiscalmente residenti in un altro Stato ai sensi di una convenzione contro le doppie imposizioni sui redditi nel periodo di tre anni richiesto dal comma 1, lettera a).
L'agevolazione si applicherebbe sempre nel rispetto delle condizioni e dei limiti previsti dai regolamenti UE per gli aiuti de minimis.
Le modifiche in Commissione: trasferimenti infragruppo e lavoratori con figli
Nella nuova versione del decreto del 19.12.2023 si specifica che i lavoratori che rientrano in Italia in società dello stesso gruppo godranno delle agevolazioni solo se la permanenza all'estero sarà stata pari
- a sei periodi d’imposta nel caso in cui non fossero mai stati dipendenti dello stesso gruppo,
- sette periodi d’imposta nel caso in cui già prima del trasferimento all’estero, fossero impiegati in Italia presso lo stesso gruppo.
Per chi rientra e ha almeno un figlio minore o diventa genitore, anche adottivo, nel periodo di fruizione del regime la riduzione fiscale salirà al 60% .
Inoltre per chi trasferisce la residenza anagrafica nel 2024 lo sconto fiscale si applica per tre ulteriori periodi d’imposta in caso di acquisto di un immobile adibito ad abitazione principale in Italia nei 12 mesi precedenti il trasferimento.
Regime Impatriati 2024 e lavoro sportivo
Con riguardo agli sportivi il ministro Giorgetti ha voluto sottolineare che c'è da considerare l'impatto negativo che l'agevolazione ha sul settore dei vivai dei calciatori italiani che risultano molto piu costosi dei coetanei stranieri.
Si era pensato per le pressioni del mondo calcistico ad una proroga ad hoc per i calciatori con ingaggi superiori a un milione di euro da inserire nel decreto Milleproroghe apprvato ieri dal Governo ma non c'è stato accordo nella maggioranza proprio per l'opposizione del ministro dell'Economia.
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Regime impatriati 2024: le nuove regole in GU
E' stato pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale il decreto legislativo sulla fiscalità internazionale per l'attuazione della delega fiscale, che all' articolo 7 modifica il regime per i lavoratori impatriati (art. 16 del d.lgs. 14 settembre 2015, n. 147 e art 5 commi 2bis, ter, quater DL 34 2019).
Vediamo allora di seguito tutte le novità.
Regime impatriati 2024: modifiche e chiarimenti
La misura, non ancora definitiva aveva prodotto forti polemiche.
il viceministro dell'Economia Leo aveva precisato che il regime transitorio salvaguarda i soggetti che si trasferiscono nel corso del 2023. Vedi i dettagli al penultimo paragrafo.
Il decreto è stato approvato definitivamente il 19 dicembre dal Governo in una nuova versione con numerose modifiche che tengono conto delle audizioni in Commissione Il ministro Giorgetti in risposta a un interpello parlamentare ha spiegato la ratio della riduzione dell'l'agevolazione : "Il governo tiene al rientro dei cervelli ma intende sanare un utilizzo improprio", ha spiegato, aggiungendo che l'agevolazione applicata a oltre 24mila soggetti, ha un costo non trascurabile pari a circa 1,3 miliardi l'anno e che solo 1800 sono figure ad alta specializzazione scientifica mentre in molti casi viene utilizzata da gruppi multinazionali per top manager e per trasferimenti infragruppo di natura spesso elusiva .
Ha anche affermato che comunque il regime dopo le modifiche resta favorevole al pari o piu di altri trattamenti simili presenti negli altri paesi europei.
Le novità per gli impatriati 2024
Nella bozza della proposta di legge del Governo si stabilisce che il nuovo regime si applica ai contribuenti che trasferiscono la residenza fiscale nel territorio dello Stato ai sensi dell'articolo 2 del TUIR a partire dal 1 gennaio 2024 , e che percepiscono:
- redditi di lavoro dipendente,
- redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente e
- redditi di lavoro autonomo.
Per tali contribuenti è previsto un abbattimento dell’imponibile fiscale del 50 per cento, con limite a 600.000 euro e alle condizioni seguenti:
- a) i lavoratori non devono essere stati fiscalmente residenti in Italia nei tre periodi d'imposta precedenti il predetto trasferimento e devono impegnarsi a risiedere fiscalmente nel territorio dello Stato per almeno cinque anni;
- b) l’attività lavorativa deve essere svolta nel territorio dello Stato in virtù di un nuovo rapporto di lavoro che si va ad instaurare con un soggetto diverso dal datore di lavoro estero prima del trasferimento e che non faccia parte, del suo stesso gruppo;
- c) l'attività lavorativa deve essere prestata per la maggior parte del periodo d’imposta nel territorio dello Stato;
- d) i lavoratori devono essere in possesso requisiti di elevata qualificazione o specializzazione come definiti dal decreto legislativo 28 giugno 2012, n. 108, e dal decreto legislativo 9 novembre 2007, n. 206. (per le professioni regolamentate, per i titolari di una qualifica professionale superiore rientrante nei livelli 1 -legislatori, imprenditori e alta dirigenza- 2 (professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione e 3 – professioni tecniche) della classificazione ISTAT delle professioni CP 2011, attestata dal paese di provenienza e riconosciuta in Italia.)
Da sottolineare che la nuova formulazione prevede che si instauri rapporto di lavoro nuovo con diverso datore di lavoro ( fatte salve le società infragruppo. v. sotto) Non sarebbe più applicabile quindi la prassi recente dell'Agenzia per lo smart working in Italia per lo stesso datore di lavoro estero precedente e il distacco .
Resta confermata, invece, la norma per cui il beneficio fiscale spetta:
- ai cittadini italiani iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero (AIRE), e
- a quelli che non sono iscritti all’AIRE purché siano stati fiscalmente residenti in un altro Stato ai sensi di una convenzione contro le doppie imposizioni sui redditi nel periodo di tre anni richiesto dal comma 1, lettera a).
L'agevolazione si applicherebbe sempre nel rispetto delle condizioni e dei limiti previsti dai regolamenti UE per gli aiuti de minimis.
Le modifiche in Commissione: trasferimenti infragruppo e lavoratori con figli
Nella nuova versione del decreto del 19.12.2023 si specifica che i lavoratori che rientrano in Italia in società dello stesso gruppo godranno delle agevolazioni solo se la permanenza all'estero sarà stata pari
- a sei periodi d’imposta nel caso in cui non fossero mai stati dipendenti dello stesso gruppo,
- sette periodi d’imposta nel caso in cui già prima del trasferimento all’estero, fossero impiegati in Italia presso lo stesso gruppo.
Per chi rientra e ha almeno un figlio minore o diventa genitore, anche adottivo, nel periodo di fruizione del regime la riduzione fiscale salirà al 60% .
Inoltre per chi trasferisce la residenza anagrafica nel 2024 lo sconto fiscale si applica per tre ulteriori periodi d’imposta in caso di acquisto di un immobile adibito ad abitazione principale in Italia nei 12 mesi precedenti il trasferimento.
Regime Impatriati 2024 e lavoro sportivo
Con riguardo agli sportivi il ministro Giorgetti ha voluto sottolineare che c'è da considerare l'impatto negativo che l'agevolazione ha sul settore dei vivai dei calciatori italiani che risultano molto piu costosi dei coetanei stranieri.
Si era pensato per le pressioni del mondo calcistico ad una proroga ad hoc per i calciatori con ingaggi superiori a un milione di euro da inserire nel decreto Milleproroghe apprvato ieri dal Governo ma non c'è stato accordo nella maggioranza proprio per l'opposizione del ministro dell'Economia.
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Impatriati: nuova sentenza contro le circolari dell’Agenzia
Sono numerosissime le risposte fornite dall'Agenzia agli interpelli dei contribuenti sul regime fiscale agevolato per i lavoratori Impatriati d.lgs 147 2015, cosi come sul meno utilizzato regime previsto dall'art 44 del DL 78 2010, poi modificato dal decreto 34 2019, per il rientro di docenti e ricercatori.
In merito l'Agenzia si è espressa anche con circolari di chiarimento generale:
- dapprima con la circolare 17/E del 23 maggio 2017 (concernente, in generale, tutti i regimi agevolativi per le persone fisiche che trasferiscono la residenza fiscale in Italia – non solo i lavoratori impatriati),
- successivamente con la circolare 33/E del 28 dicembre 2020 (specificamente in materia di Regime dei lavoratori impatriati. e
- infine con la circolare 25 2023, con focus sui casi di smart working sia con datore di lavoro Italiano che estero.
La prassi accumulata è ormai massiccia e anche a fronte di una casistica molto diversificata e multiforme, la logica interpretativa applicata non è stata sempre lineare, comprensibile e ha addirittura travalicato forse il dettato normativo.
In merito si è espressa di recente la Corte di Giustizia tributaria di secondo grado dell'Agenzia. Vedi ultimo paragrafo.
Le risposte a interpelli del 2021 e 2022, come detto, hanno fornito risposte non sempre condivisibili secondo molti esperti e anche alcune sentenze di merito si sono poste in contrasto con l'Agenzia, dando ragione ai contribuenti.
Impatriati: sentenze pro contribuente
Ad esempio nel caso sottoposto alla Cgt Lombardia, sentenza 940/2023, il contribuente aveva chiesto il rimborso della maggiore Irpef versata e delle ritenute non dovute, per non applicazione del regime agevolato per gli impatriati.
Secondo l'Agenzia, il contribuente avrebbe dovuto applicare gli incentivi direttamente nella dichiarazione dei redditi come previsto dalla circolare 33/E/2020 oppure fare richiesta al proprio datore di lavoro.
I giudici sia di primo che di secondo grado, hanno affermato invece che il contribuente ha diritto al rimborso in quanto in possesso dei requisiti previsti dalla normativa istitutiva che non menziona alcun adempimento necessario.
Inoltre si osserva che la circolare citata dall'Agenzia che richiede l'opzione o l'indicazione in dichiarazione non costituisce fonte normativa ed oltretutto era riferita al regime dei lavoratori Impatriati d.gls 147/2015 e non al regime ricercatori e docenti del DL 78 2010.
Ugualmente critiche le sentenze della Ctp di Milano, 1479/2022 e Cgt II della Lombardia,N. 3640. 2022, che hanno giudicato non corretta l’interpretazione fornita con la circolare 33/E, secondo cui l'agevolazione non spetta nei casi di rientro in Italia dopo distacco estero «in presenza del medesimo contratto e presso il medesimo datore di lavoro».
Sentenza CGT Lombardia 2872 2023
Ancora piu recente la sentenza della CGT Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado della Lombardia ha affermato che le circolari dell'agenzia delleentrate non hanno la forza giuridica necessaria per introdurre preclusioni ulteriori, rispetto alle norme di legge, verso i contribuenti.
Nel caso specifico l’Agenzia aveva negato il rimborso IRPEF dovuto per l'applicazione del regime agevolato perche la contribuente aveva espresso l'opzione con una con dichiarazione tardiva, in violazione della circolare n. 33/E del 28 dicembre 2020.
Come del caso sopracitato, i giudici di primo grado avevano accolto il ricorso, considerando che il termine di decadenza indicato nel diniego non avesse valore normativo ed era invece da considerare valido quanto previsto dall’art. 38 del Testo unico sulla riscossione ( termine quadriennale).
Secondo l'Agenzia invece gli adempimenti di comunicazione della scelta del regime agevolato al datore o in dichiarazione «non sono altrimenti surrogabili» e trovano fondamento nella norma primaria e nel decreto attuativo del Mef del 26 maggio 2016.
Anche in questo caso l'amministrazione finanziaria è stata smentita in quanto la Corte di secondo grado sottolinea che la norma istitutiva del regime impatriati non contiene termini di decadenza se non il periodo minimo di due anni di residenza in Italia dopo il rientro .
Smentita anche l'affermazione dell'Agenzia di non emendabilità della dichiarazione a favore, nei casi di esercizio dell’opzione di accesso ad una agevolazione fiscale.
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Smart working all’estero e frontalieri: guida completa dall’Agenzia
Con la circolare n. 25, pubblicata il 18 agosto 2023, l’Agenzia delle entrate fa il punto sulla disciplina applicabile il materia di lavoro agile smart working e lavoro dei frontalieri dopo le novità apportate dal nuovo accordo tra Italia e Svizzera e dalla legge n. 83/2023. Vediamo le principali novità nei paragrafi seguenti.
Smart working all'estero: residenza fiscale
Sul lavoro smart detto anche da remoto si conferma, ai fini dell'imponibilità fiscale, l'importanza della presenza fisica del lavoratore nello Stato al momento della prestazione lavorativa . Restano quindi applicabili i criteri previsti dall’articolo 2 del Tuir per l’identificazione della residenza fiscale.
Non è rilevante il fatto che la manifestazione di tale lavoro abbia effetti nell’altro Stato contraente e dal Paese in cui è localizzato il datore di lavoro per cui la prestazione è effettuata.
Resta comunque configurabile la presenza di stabile organizzazione o di base fissa nel territorio dello Stato.
Regime impatriati
In tema di regime impatriati l'Agenzia ribadisce che l’agevolazione prevista dall’art. 16 del DLgs. 147/2015, è applicabile anche per il lavoro da remoto con residenza in Italia, alle dipendenze di un datore di lavoro estero.
Si precisa che l’iscrizione all’Aire e la prestazione lavorativa per un soggetto estero non sono di per sé elementi sufficienti a escludere la residenza fiscale in Italia.
Lavoratori frontalieri : nuovo Accordo Italia Svizzera
Nella seconda parte della circolare l'Agenzia riepiloga la disciplina fiscale per i lavoratori “frontalieri” o “transfrontalieri”, riportando i principali chiarimenti forniti anche recentemente con numerose risposte a interpello viene illustrato inoltre il nuovo Accordo internazionale siglato con la Svizzera.
In particolare ricorda che è stato modificato il concetto di “lavoratore frontaliere” , definito come:
- qualsiasi lavoratore residente in uno Stato contraente
- fiscalmente residente in un Comune iche si trova, totalmente o parzialmente, nella zona di 20km dal confine con l’altro Stato contraente
- svolge un’attività di lavoro dipendente nell’area di frontiera dell’altro Stato,
- per un datore di lavoro residente, una stabile organizzazione o una base fissa di detto altro Stato e che
- ritorna, di regola ogni giorno, al proprio domicilio principale nello Stato di residenza.
Dal punto di vista fiscale il principio di tassazione concorrente tra Paese della fonte e Paese di residenza, ha sostituito quello di tassazione esclusiva nel Paese della fonte prevista dall’Accordo del 1974.
Si segnala inoltre la disciplina provvisoria in vigore fino al 31 dicembre 2023 agli “attuali frontalieri” in smart working alla data del 31 marzo 2022, per la quale fino al 40% dei giorni di lavoro svolti in Italia in modalità di telelavoro si considerano svolti in Svizzera.
Altre novità della legge n. 83/2023 per i frontalieri
Tra le ulteriori novità introdotte dalla legge n. 83/2023, di ratifica ed esecuzione dell’Accordo del 2020 si ricordano infine:
- l'innalzamento della franchigia dal 2024, per i redditi da lavoro dipendente di tutti i transfrontalieri dagli attuali 7.500 euro a 10mila euro;
- deducibilità dal reddito complessivo dei contributi previdenziali per il prepensionamento di categoria dello Stato in cui lavorano
- esclusione dalla base imponibile dell’Irpef degli assegni di sostegno al nucleo familiare erogati dagli stati in cui i lavoratori prestano attività.
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Rientro dei cervelli agevolato anche con assegni di ricerca
L'Agenzia pubblica nella risposta con Principio di diritto n. 8 2023 chiarimenti sulla spettanza dell'incentivo per il rientro in Italia di docenti e ricercatori art. 44 Legge 78 2010 ampliando l'applicabilità dell'agevolazione anche ai soggetti beneficiari di assegni di ricerca esenti IRPEF, propedeutici ai dottorati di ricerca. Vediamo più in dettaglio.
Agevolazione rientro dei cervelli L. 78/2010
Si ricorda che l'articolo 44 del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, cosiddetto Rientro dei cervelli intendeva mettere un freno al fenomeno dell'espatrio di lavoratori ad alto profilo scientifico ma favorire anche l'ingresso in italia di ricercatori e docenti stranieri per favorire lo sviluppo scientifico e tecnologico del paese
L'agevolazione prevede l'esclusione del novanta per cento degli emolumenti percepiti dai docenti e dai ricercatori per lavoro dipendente o autonomo di ricerca o docenza all'estero presso centri di ricerca pubblici o privati o università svolto per almeno due anni continuativi purché in possesso di titolo di studio universitario o equiparato e non occasionalmente residenti all'estero, e che tornino o acquisiscano per la priva volta la residenza fiscale in Italia .L'agevolazione è fruibile per sei anni a decorrere dal periodo di imposta in cui si trasferiscono
Viene precisato inoltre che per i soggetti in possesso dei requisiti stabiliti dall'articolo 44 del decreto legge n. 78 del 2010, il rientro o l'ingresso in Italia con assunzione della residenza fiscale, può avvenire in relazione all'avvio dell'attività presso università e/o enti di ricerca anche nell'ambito di un assegno di ricerca di cui all'articolo 22 della legge 30 dicembre 2020 n. 240.Per i suddetti assegni per lo svolgimento di attività di ricerca, di durata compresa tra uno e tre anni, è prevista l'esenzione dall'IRPEF
La norma, prorogata dal DL Milleproroghe 198 2022 fino al 31.12.2023, prevede che le università possano stipulare contratti di lavoro subordinato a tempo determinato ( triennali), con
- candidati con abilitazione scientifica nazionale alle funzioni di professore di prima o di seconda fascia, ovvero
- in possesso del titolo di specializzazione medica, oppu
- che per almeno tre anni anche non consecutivi, hanno usufruito di assegni di ricerca o di borse postdottorato, ovvero di analoghi contratti, assegni o borse in atenei stranieri.
Incentivo docenti-ricercatori e assegni di ricerca
L'Agenzia precisa quindi che in caso di assunzione da parte degli enti di ricerca e delle università, di docenti e ricercatori provenienti dall'estero che entrano o rientrano in Italia per svolgere attività di ricerca o di docenza, con percezione di assegni di ricerca (esenti da IRPEF) non è in contrasto con la ratio agevolativa del regime di cui all'articolo 44, decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, cd. "Rientro dei cervelli"
Attenzione va posta al fatto che in tal caso, la durata delle agevolazioni verrà computata a partire dal periodo d'imposta di ingresso o rientro in cui il contribuente interessato acquisirà la residenza fiscale in Italia e in connessione con l'avvio dell'assegno di ricerca di cui all'articolo 22 della legge 240 del 2010.
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Regime docenti impatriati anche senza opzione
Il regime agevolato riservato a ricercatori e docenti (ex articolo 44, primo comma, del Dl 78/2010) non è soggetto a opzione per poter essere applicato. Questo quanto affermato dalla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Lombardia con la sentenza 940/2023 che ha respinto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate.
Vediamo un riepilogo della norma in oggetto il caso di contenzioso e le conclusioni della CGT.
Regime rientro dei cervelli art 44 dl 78 2010
L’articolo 44 del D.L. 78/2010 poi modificato dal decreto 34 2019, prevede una detassazione del 90%, del reddito con decorrenza dal periodo d’imposta in cui il soggetto diventa residente fiscale in Italia, più i cinque periodi d’imposta successivi.
Hanno diritto i soggetti
- sia di cittadinanza italiana che straniera (v. risposta n. 307 del 3 settembre 2020)
- in possesso di titolo di studio universitario o equiparato e
- che siano stati non occasionalmente residenti all’estero
- ha abbiano svolto all'estero attività di ricerca pubblici o privati o università per almeno due anni consecutivi
- che trasferiscono la residenza fiscale in Italia per svolgervi la propria attività.
I benefici sono ulteriormente potenziati, qualora ricorrano particolari situazioni:
- Nel caso in cui il ricercatore/docente abbia un figlio minorenne o a carico, anche in affido preadottivo, oppure nell’ipotesi di acquisto di proprietà immobiliare residenziale, successivamente all’acquisto della residenza o nei dodici mesi precedenti i benefici decorrono dal periodo d’imposta in cui acquisisce la residenza fiscale e si protraggono per ulteriori sette periodi d’imposta.
- Nel caso in cui il ricercatore/docente abbia due figli minorenni o a carico, anche in affido preadottivo, i benefici decorrono dal periodo d’imposta in cui acquisisce la residenza fiscale e si protraggono per ulteriori dieci periodi d’imposta.
- Qualora il ricercator/docente abbia almeno tre figli a carico, i benefici si applicano dall’anno in cui acquisisce la residenza fiscale in Italia e per 12 periodi d’imposta successivi.
Tutti questi benefici sono condizionati al fatto che il soggetto rimanga residente fiscale in Italia a norma dell'art 2 del TUIR)
Il regime di favore può trovare oggi applicazione anche alle persone fisiche che avviano una attività d’impresa dal periodo d’imposta successivo al 2019.
Il caso di rientro dei cervelli dalla giustizia tributaria
Il contribuente aveva chiesto il rimborso della maggiore Irpef versata e delle ritenute non dovute, in relazione al periodo di imposta 2018 per non applicazione del regime agevolato. Infatti, secondo l'Agenzia , il contribuente avrebbe dovuto applicare gli incentivi direttamente nella dichiarazione dei redditi come previsto dalla circolare 33/E/2020 oppure fare richiesta al proprio datore di lavoro.
I giudici, di primo e secondo grado, hanno affermato invece che il contribuente ha diritto al rimborso in quanto in possesso dei requisiti previsti dalla normativa istitutiva che non menziona alcun adempimento necessario.
Inoltre osserva che la circolare che richiede l'opzione o l'indicazione in dichiarazione non costituisce fonte normativa ed oltretutto era riferita al regime dei lavoratori impatriati d.gls 147/2015 e non al regime ricercatori e docenti del DL 78 2010.